Achille Perilli | Roma | Italia | 1927-2021
Achille Perilli è conosciuto per le sue composizioni di forme che somiglianti alla proiezione su di un piano di parallelepipedi, risultano alla fine irregolari ed inverosimili, quasi irrisolti allo sguardo.
Perilli realizza le sue opere attraverso un utilizzo forte del colore – gradevole e rigoroso insieme – e supporta il proprio lavoro con una voluta “imprecisione” che va a vantaggio dell’espressività.
Frequenta il liceo classico, nel 1945 si iscrive alla Facoltà di Lettere e si laurea con una tesi sulla pittura metafisica di Giorgio De Chirico.
Con Dorazio, Guerrini, Vespignani, Buratti, Muccini, Maffioletti, Perilli fonda il Gruppo Arte Sociale (GAS); allo stesso tempo collabora alla nascita e alla redazione delle riviste “Ariele” e “La Fabbrica”, organo del GAS, delle quali esce un unico numero.
Nel 1947 partecipa alla redazione del manifesto Forma 1 (firmato oltre che da Perilli, da Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Sanfilippo, Turcato) che viene pubblicato sul primo numero della rivista omonima. Nell’ ottobre dello stesso anno partecipa alla prima mostra del gruppo Forma 1 alla Galleria Art Club.
Nel 1948 collabora con Sottsass jr alla realizzazione, presso la Galleria di Roma, della prima mostra di arte astratta in Italia.
Nel giugno del ’48 Perilli e Dorazio presenta a Parigi una relazione sulla situazione della pittura italiana del ‘900 al I Congresso Internazionale di critici d’arte.
Nel 1950 fonda, con Dorazio e Guerrini, la Libreria-Galleria “Age d’Or”; a cura dell’ “Age d’Or” viene pubblicato il primo quaderno tecnico-informativo d’arte contemporanea Forma 2.
Il primo e unico numero è un “Omaggio a V. Kandinskij”, con testi di Max Bill, Nina Kandinsky, Enrico Trampolini e altri; il saggio di Perilli è dedicato alla grafia di Kandinsky.
L’ “Age d’Or”, in collaborazione con l’Art Club, organizza inoltre la mostra di Arte astratta e concreta in Italia (la prima rassegna completa dell’astrattismo italiano) che si tiene in febbraio alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna.
L’artista, sempre assieme a Dorazio e Guerrini realizza il numero 4 della rivista di architettura “Spazio”, interamente dedicato all’arte astratta; Perilli vi pubblica un saggio dal titolo “Quarant’anni d’arte astratta in Italia”.
Nello stesso anno Lucio Fontana invita l’ “Age d’Or” a collaborare alla Triennale di Milano: Perilli, Dorazio e Guerrini realizzano in collaborazione due grandi pitture murali, premiate con medaglia d’argento.
Nel 1957 Perilli espone alla Galleria La Tartaruga, mentre nel ’63, presentato da U.Apollonio, espone i suoi lavori alla Biennale di Venezia e contemporaneamente in una mostra personale a New York alla Galleria Bonino.
Sempre nel 1963 partecipa a Palermo alle riunioni del “Gruppo 63”: realizza scene, proiezioni e costumi per lo spettacolo “Teatro Gruppo 63” alla sala Scarlatti di Palermo.
All’inizio degli anni Settanta realizza una personale alla Galleria Nazionale di Praga oltre a progettare numerose mostre personali in Italia e ancora all’estero: alla Galleria Marlborough di Roma, alla Galerie Espace di Amsterdam, alla Frankfurter Westend Galerie di Francoforte, alla Jacques Baruch Gallery di Chicago con solo opere grafiche. Partecipa alla International Biennal Exhibition of Prints in Tokyo.
Nel 1979 organizza e realizza per il comune di Roma la mostra L’avanguardia polacca 1910-1978 al Palazzo delle Esposizioni. Negli anni Ottanta Perilli partecipa alla realizzazione di “Retina”, rivista degli artisti, dove pubblica il manifesto Teoria dell’irrazionale geometrico.
Una sua ampia mostra retrospettiva, dal titolo “Achille Perilli, continuum 1947-1982”, è allestita al Palazzo dei Congressi della Repubblica di San Marino.
Successivamente espone in una mostra retrospettiva degli anni 1969/1984 al Paris Center di Parigi dal titolo “Achille Perilli. L’irrazionale geometrico”.
Nelle opere degli anni Novanta il linguaggio di Perilli si rafforza ulteriormente in un cromatismo acceso, brillante e vivace: le forme si sviluppano in condizione bidimensionale, espandendosi nello spazio della tela e acquistando strutture di grande eleganza e movimento.
Le opere di Perilli si qualificano in una direzione assolutamente astratta e al contempo si articolandosi cromaticamente lasciano che il colore possa argomentare e aiutare l’emergere e l’esprimersi stesso delle forme.
Negli anni 2000 Perilli continua a lavorare e ad esporre in numerose mostre collettive e personali oltre ad essere presente in importanti collezioni pubbliche e private come ad esempio: Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma, Palazzo delle Esposizioni (Roma), Frankfurter Westend Galerie di Francoforte, GAM di Torino, MAMAC di Liegi, Triennale di Milano, Musèe des Beaux Art, Mons, Fondazione Marconi (Milano), Istituto Italiano di Cultura a New York e Washington D.C, National Gallery of Modern Art di Nuova Delhi, Galleria Rossovermiglio di Padova, Italian Culture Institute Los Angeles, Walter Bischoff galerie diBerlino, Biennale internazionale d’arte di Venezia.