30/6 – 10/10 2021
Josef Albers, Vincenzo Arena, Alberto Biasi, Gastone Biggi, Max Bill, Stelvio Botta, Nino Calos, Nicola Carrino, Toni Costa, Enrico Castellani, Ettore Colla, Milena Čubraković, Lia Drei, Lucia Di Luciano, Jean Gorin, Franco Grignani, Stanley William Hayter, Johannes Itten, Edoardo Landi, Ermanno Leinardi, Heinz Mack, Man Ray, Bruno Munari, Mario Nigro, Attilio Pierelli, Giovanni Pizzo, Enrico Prampolini, Jan Slothouber & William Graatsma, Kumi Sugaï, Victor Vasarely, Luigi Veronesi, Nanda Vigo.
Curator | Stefano Marson
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea | Roma | Italia
Optical Vibes presenta una selezione di più di cinquanta opere astratte, programmate e cinevisuali provenienti dalle collezioni della Galleria Nazionale. La mostra traccia un percorso di approfondimento in una raccolta di eccezionale importanza, confrontabile per numero e qualità dei lavori con pochissime altre realtà al mondo.
Articolata in quattro sezioni, la mostra mette in luce le premesse e gli esiti dell’Op art, con opere realizzate a partire dalla metà degli anni Cinquanta del Novecento e acquisite dal museo in maniera costante dai primi anni Sessanta ad oggi.
Optical Vibes rintraccia le premesse storiche e concettuali dell’arte cinevisuale nei linguaggi astratti del secondo dopoguerra, presentando opere di Bill, Itten, Gorin, Munari, Prampolini e Veronesi. Dedica un intero ambiente alla celebre serie dell’omaggio al quadrato di Albers, preludio alle ricerche che tentano di sovvertire il carattere statico della pittura. Esplora le indagini visive sul cerchio e la sfera di Calos, Mack, Vasarely e dell’olandese cubic construction centre degli architetti Slothouber e Graatsma. Documenta le ricerche sulla superficie vibratile di artisti singoli o aderenti a gruppi come Biasi, Biggi, Castellani, Costa, Čubraković, Hayter e testimonia infine l’esito di queste con le opere programmate di Arena, Di Luciano e Pizzo, di recente acquisizione.
Fragili e complesse, molte di queste opere sono state esposte in maniera discontinua, per preservarne i delicati meccanismi elettrici e ottico-dinamici, o rispondendo negli anni alle diverse letture storico-critiche susseguitesi.
La mostra Optical Vibes traccia anche un percorso sul colore, dagli squillanti primari delle ricerche astratte del secondo dopoguerra alla severità dei bianchi, neri e grigi delle opere programmate, offrendo al pubblico alcuni lavori mai esposti in precedenza e restaurati per l’occasione, suggerendo così nuove letture di un corpus raro e prezioso.