Turi Simeti | Alcamo | Italia | 1929-2021
Dopo gli studi superiori ad Alcamo, in provincia di Trapani, ha studiato Legge a Palermo, lasciando poi la Sicilia, per stabilirsi a Roma alla fine degli anni cinquanta. Nella capitale l’artista ha frequentato gli studi di Tano Festa, Mario Schifano, Giulio Turcato, e Alberto Burri. L’incontro con Burri gli ha cambiato la vita, poiché per mezzo di lui ha scoperto l’ovale; da allora in poi questa forma in rilievo è diventata la protagonista della sua pittura tridimensionale; essa dona delle nuove percezioni visive, con la sua superficie monocromatica che cambia con il variare della luce. Simeti, staccandosi gradualmente dall’uniformità della tela, è arrivato alla realizzazione di opere piene di profondità e di movimento.
Nel 1963 partecipa alla Rassegna Arti Figurative di Roma e del Lazio, al Premio Termoli e alla mostra Arte Visuale tenutasi al Palazzo Strozzi di Firenze, e altre importanti rassegne internazionali, fra le quali Arte Programmata – Aktuel 65 e Weiss auf Weiss a Berna nel 1965 e 1966.
Nel 1965 Simeti è invitato a esporre le sue opere a Milano (dove si trasferisce nello stesso anno), presso Zero Avantgarde, mostra collettiva ospitata nello studio di Lucio Fontana, che vide riuniti artisti italiani e stranieri fra i quali il tedesco Gruppo Zero, Hans Haacke, Yayoi Kusama, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani e Dadamaino, Yves Klein e Piero Manzoni.
Fra il 1966 e il 1969, nella qualità di Artist in Residence su invito della Fairleigh Dickinson University, ha vissuto per lunghi periodi a New York, dove ha creato diverse opere; nei primi anni Settanta ha allestito delle mostre personali a Bergamo, Verona, Rottweil, Düsseldorf, Oldenburg, Colonia, Monaco di Baviera, prendendo pure parte ad alcune collettive, come Estensione, nella Casa del Mantegna di Mantova.
Negli anni Ottanta, stimolato dalla passione per l’arte di Ludovico Corrao, ha realizzato per Gibellina una scultura molto lineare, una lastra di traventino al posto della solita tela (Impronta, lastra di pietra del 1980), dove l’artista trasferisce il suo plasticismo geometrico.
Nel 1982 ha allestito una mostra personale nello Studio Grossetti di Milano e, negli anni a seguire, all’estero nella Galerie Passmann di Friburgo e la Galerie Wack di Kaiserslautern; nel 1983, presso la Galerie Maier di Kitzbüehl e la Galerie Ahrens di Coblenza nel 1984, la Galeria Paulo Figueiredo de San Paolo e la Galerie 44 di Düsseldorf nel 1985, quindi alla fiera di Chicago, alla Galerie Apicella di Bonn neI 1986 e alla Galerie Monochrome di Aachen nel 1987.
Negli anni Novanta, ha messo in mostra le nuove opere a Rio de Janeiro, Biberach, Kaiserslautern, Milano (galleria Vinciana), Bolzano e Trapani, e nel 1996 nel Kunstverein di Ludwigsburg e a Erice, con testo in catalogo di Marco Meneguzzo.
Nel 1998 ha tenuto una personale alla Galerie Kain di Basilea, seguita l’anno successivo da altre esposizioni a Biberach (di nuovo nella galleria Uli Lang), Ladenburg, Mannheim, e dalla partecipazione all’esposizione “Arte in Italia negli anni 70” presso La Salerniana di Erice. Negli anni successivi sono continuate, ininterrottamente, le sue mostre personali in decine di gallerie italiane e straniere.