24/8 – 6/10 2019
Fortezza Firmafede | Sarzana | Italia
Nominata ufficialmente Red Ambassador per aver collaborato con grandi cantanti e artisti internazionali per la lotta all’Aids, Esther Mahlangu nonostante la fama mondiale continua a vivere nel suo villaggio dove ha costruito una scuola per poter tramandare la propria arte alle nuove generazioni. Una scuola al femminile e rivolta solo alle donne, perché questo vuole la tradizione locale: secondo il rituale, le donne dipingevano le case in occasione del rito di passaggio dei figli maschi dalla pubertà all’età adulta. Sulle pareti interne ed esterne delle case veniva creato un fondo liscio di gesso bianco sul quale poi venivano dipinte le caratteristiche forme geometriche colorate, contornate dal nero che metteva in evidenza i colori vivi.
Esther Mahlangu, dal suo villaggio e orgogliosa della sua identità culturale, ha trasportato la sua tecnica su nuovi supporti come tele, tavole, ceramiche, automobili e addirittura aerei. Nel 1991 ha dipinto una BMW 525 per la collezione privata della casa automobilistica tedesca, seguendo le orme di altri celebri artisti quali Andy Warhol, David Hockney e Frank Stella, e la nuova Fiat 500 per la collezione Agnelli in occasione della mostra “Why Africa” (Torino, 2007). Gli stessi disegni sono stati poi riportati sulle code degli aerei della British Airways nel 1997 e nel 2010 è stata eletta dalla FIFA artista ufficiale dei Mondiali di calcio sudafricani: per l’occasione ha creato alcune rare tele a tema calcistico, che potranno essere visionate nella mostra. Particolare poco noto ma fondamentale nella tecnica pittorica di Esther Mahlangu è che l’artista, nel rispetto della tradizione Ndebele, non usa pennelli per tracciare le righe ma penne di gallina, che vengono unite, immerse nel colore e trascinate sulla tela per formare figure geometriche.Le sue opere sono state esposte in alcune tra le più importanti gallerie e musei d’arte moderna al mondo, quali la Melrose Gallery di Johannesburg, il British Museum di Londra, il Guggenheim di Bilbao, il Centre Pompidou di Parigi, il Vittoriano a Roma, il Museum of Arts and Design di New York e moltissimi altri.
La sua arte è protagonista nella cultura popolare del mondo, ed ha saputo promuovere lo stile tradizionale della cultura Ndebele, caratterizzata da forme geometriche limitate da un sottile bordo nero in deciso contrasto con lo sfondo bianco che si concludono fondendosi in opere composte da simmetrie di linee, figure e colori dal grande impatto visivo.