Mario Ballocco, Gastone Biggi, Daniel Buren, Nicola Carrino, Piero Dorazio, Lia Drei, Francesco Guerrieri, Tano Festa, Ignazio Gadaleta, Marcolino Gandini, Paolo Cotani, Guido La Regina, Sergio Lombardo, Carlo Lorenzetti, Teodosio Magnoni, Aldo Mengolini, Piero Mottola, Guido Strazza, Marco Tirelli, Augusto Vanarelli, Valeria Gramiccia, Giovanni Pizzo, Anna Maria Vancheri, Franco Cannilla e Osvaldo Caló.
23/6 – 26/11 2017
Museo d’Arte Contemporanea (MACRO) | Roma | Italia
La mostra Visioni geometriche presenta un totale di 26 opere, tra dipinti e sculture, datate prevalentemente tra i primi anni ’60 e la fine degli anni ’90. Il percorso espositivo permette, tra le grandi personalità, di riscoprire artisti e opere forse meno noti, con aperture verso eventuali nuovi fronti di indagine.
Filo conduttore della mostra è la ricerca artistica astratta – secondo cui l’immagine è svincolata dalla volontà di rappresentare il reale – che utilizza geometrie e colori come strumenti linguistici autonomi, partendo da premesse teoriche e modalità operative differenti.
L’esigenza di ricondurre la molteplicità della natura a forme geometriche essenziali appartiene all’arte di tutti i tempi. Nel Novecento però l’astrazione geometrica si sgancia da ogni riferimento alla realtà e diventa un linguaggio indipendente, con regole, principi costruttivi e schemi compositivi propri. Gli studi scientifici sulla percezione visiva portano alla nascita di filoni di ricerca artistica vicini alle teorie della Gestalt (psicologia della forma), ai modi espressivi dell’Optical Art, dell’Arte Cinetica e dell’Arte Programmata. Tendenze, queste ultime, che mirano al coinvolgimento dell’osservatore, anche attraverso illusioni ottiche e di movimento, fino a renderlo elemento primario del processo creativo (Eventualismo). Più essenziali gli esiti formali dell’approccio cosiddetto “analitico”, con particolare riferimento alla pittura. Dalla fine degli anni ’60 queste ricerche spesso si abbinano all’uso di materiali nuovi, prodotti industrialmente, con uno sconfinamento verso il design, e influenzano, in certo modo, la grafica contemporanea e il linguaggio dei mass-media.